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Savòia-Soissons, Eugènio di.

Generale italo-austriaco. Figlio di Eugenio Maurizio e di Olimpia Mancini, entrò al servizio dell'imperatore Leopoldo I, distinguendosi nelle operazioni per la liberazione di Vienna assediata (1683). Promosso tenente generale nel 1687, dal 1689 svolse anche attività diplomatica, favorendo l'alleanza tra il duca di Savoia e l'Austria. Nominato feldmaresciallo dopo la guerra della Grande Alleanza (1693), ebbe modo di dimostrare le sue qualità di stratega (quelle qualità che spinsero Napoleone a considerarlo come uno dei sette comandanti ai quali più deve l'arte della guerra) nel corso della guerra contro i Turchi (1683-99), che sorprese e sconfisse in modo risolutivo nel 1697 a Zenta. Scoppiata la guerra per la successione di Spagna (1701-13), ebbe il comando supremo delle forze inviate sul fronte italiano e, dopo la vittoria di Höchtstädt (1704) e la sconfitta di Cassano d'Adda (1705), nel 1706 piegò i Francesi che assediavano Torino, conquistando il Milanese (di cui divenne governatore). Dopo i successi di Audenarde (1708) e Malplaquet (1709), tentò invano di evitare che l'Inghilterra si ritirasse dalla lotta, negoziando, infine, lui stesso la Pace di Rastatt (1714), che pose fine alla guerra. Nel 1716 sconfisse a Petrovaradin i Turchi, che avevano invaso la Morea; l'anno seguente assediò e conquistò Belgrado, obbligando l'Impero ottomano alla Pace di Passarowitz (1718). Nel lungo periodo di pace che si ebbe tra il 1720 e il 1733, riordinò l'esercito, acquisendo anche un sensibile peso nel governo dell'Impero; nel corso della guerra di Successione polacca (1733-35), fu incaricato del comando di un fronte secondario sul Reno. Fu anche collezionista d'arte e amico dei maggiori scienziati, letterati e filosofi del tempo (Parigi 1663 - Vienna 1736).